Lungo la strada che collega Montona a Pisino, nei pressi di Villa Treviso, esisteva una cava di bauxite.
Lì nel maggio del 1945, a guerra finita, alcuni giovani montonesi e altre persone non identificate sono state trucidate.
Il ritrovamento di questa fossa è stata resa possibile grazie alla testimonianze di alcune persone residenti in Istria.
Di tale ritrovamento era stato informato, nel 1997, l’Onorcaduti di Roma, ma in assenza di accordi tra l’Italia e la Croazia non era stato possibile procedere alla riesumazione dei resti per poter dare a loro una cristiana sepoltura.
Informati i proprietari del terreno, alcuni residenti in Italia ed altri in Croazia, e con il consenso delle autorità religiose e amministrative locali, è stato possibile acquistare il terreno, procedere al disboscamento e alla pulizia – in quanto era ridotto ad una discarica – ed erigere una croce in pietra con minuscole lapidi intorno con incisi i nomi dei caduti.
Carlo Bonassi, Montona, 23 dicembre 1926
Vittorio Cassano, Ovada (Ud), 1921
Cleto Duchini, Montona, 24 agosto 1924
Vito Lorusso, Avigliano (PZ), 20 settembre 1923
Giovanni Mechis, Visignano, 24 giugno 1922
Mario Pisani, Montona, 19 aprile 1922
Romeo Reser, Montona, 1924
Miro Sandri
Romeo Stefanutti, Montona, 9 dicembre 1924
Tullio Stefanutti, Montona, 3 giugno 1921
Mario Varvara, Milano, 21 giugno 1925
Giuseppe Vesnaver, Zumesco (Montona), 1923
Il 22 settembre del 2001 la cava Cise è stata finalmente consacrata.
Il 22 marzo 2002 ignoti hanno distrutto la croce che sorgeva sul bordo della cava e divelto una targa della poetessa Caterina Magro. È stata fatta una regolare denuncia alla polizia ma non è stato possibile risalire agli autori del gesto.
La Cava Cise rappresenta in Istria l’unica fossa comune sulla quale è stato possibile dare una cristiana sepoltura.
Tale Parco della Rimembranza vuole essere innanzitutto un luogo di cristiana sepoltura, un luogo dove i loro cari possono pregare in pace, un luogo dove possono pregare in pace anche i familiari di tanti altri italiani uccisi a guerra finita in Istria, ma mai ritrovati. Vuole essere soprattutto un luogo di pace e di fratellanza tra i popoli. Difatti, questo posto è ormai meta di pellegrinaggio sia da parte dei Montonesi, sia di esuli di altre zone dell’Istria, ma anche degli abitanti del posto.